Antispazi - Forthcoming 2015




































Antispazi. Wilderness Apocalisse Utopia
un nuovo saggio di Matteo Meschiari su immagini, biopolitica, animalità.

“Due ore passate nelle paludi di Groton e il villaggio di Estill, Hampton County, South Carolina, sembra il mondo degli uomini dopo gli organi senza corpo di Lascaux: sali la scala di metallo, la porta blindata si apre, hai ancora nei polmoni il liquido amniotico della grotta. Poi esci, ti bruci le sinapsi nel lampo dell’aria: il colore alieno dell’erba, il verso acido dei trattori nei campi. Allora ti viene voglia di uno specchio per vedere se veramente ci sei: l’imbarazzo anacronistico dei vestiti, il vuoto della voce. Ti guardi attorno, cerchi con nostalgia quei cavalli, quei bisonti dipinti che invece sono rimasti laggiù.

  
No. Sei in Francia. Sei a Estill. E tutto quello che non vorresti vedere è là, attorno a te: le ford coperte di polvere, la torre arrugginita dell’acqua, il negozio di liquori dove stai per entrare con un uomo che ti dice prendiamo il bourbon e andiamo. Ok, prendiamo il bourbon, andiamo. Ma fuori c’è lui. Per terra c’è un nero che si è pisciato nei pantaloni, candito dalla miseria. Quarant’anni, o venti, le spalle voltate a tutto, la fronte contro il muro intonacato. In mano ha una bottiglia di MD 20/20 in cui ristagna un liquido azzurro-fluo. Per un attimo scivolo in quel colore che non esiste, che sputa in faccia al vero della palude come un nano da giardino sulla cima del Cerro Torre. L’uomo sta parlando all’intonaco. Si dondola come un animale nella gabbia di uno zoo. Ripete sempre una frase: fuck the real, man, fuck the real. Noi andiamo. Torniamo nella palude”.

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