Nati dalle colline - 2010





















Nati dalle colline. Percorsi di etnoecologia. Napoli, Liguori 2010.



Secondo un mito urbano del tardo Occidente, l'uomo, tra tutti i paesaggi della Terra, preferirebbe le colline verdi. Questo perché le loro linee fresche e vagamente materne sarebbero inscritte nella memoria della specie dalla notte dei tempi, un miraggio che l'Africa di allora ci avrebbe regalato per sempre… Ma c'è qualcosa di vero nell'affabulazione attuale di una passione certamente antica? L'amore per il paesaggio è un'invenzione solo culturale o ha radici che rimontano all'evoluzione? Quanto ha contato l'ambiente delle origini nel processo di costruzione della mente? Basato su un'ampia documentazione etnografica e sulle nuove acquisizioni delle neuroscienze, questo saggio esplora il ruolo del paesaggio e dell'ecosistema nel modellare le strutture cognitive di Homo sapiens sapiens.

“Le nuvole erano branchi di animali immensi, che migravano e si sperdevano all'arrivo dei leoni bianchi. Le nuvole erano colline che indicavano un cammino. Ma ecco, scomparivano, o si alzavano nel cielo, abbandonando la terra alla sua piattezza. A volte i quasi-uomini si fermavano a guardarle. Dopo ore a fissare i piedi che marciavano, o le mani che scavavano e raccoglievano, alzare la fronte e vedere le nuvole era come sciogliere i muscoli, stendere le pieghe del muso, ricevere colori che altrimenti non si potevano toccare”.

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