Less is Home - 2014






















Less is Home. Antropologie dello spazio domestico. Bologna, Compositori 2014.


Per due milioni di anni abbiamo vissuto a contatto con il fuori, non nel buio delle grotte, ma in luoghi intermedi tra il chiuso e l’aperto: spalle alla roccia, occhi nella valle. Pochi secoli di civiltà industriale e di urbanesimo soffocante ci hanno abituato a vivere in scatole da scarpe. Tutto l’abitare va ripensato da qui, dalla constatazione che eravamo fatti per praterie e foreste, che ci piaceva e ancora ci piace vivere nell’aperto, che facevamo case temporanee, leggere, che avevamo di meno e immaginavamo di più. Sono le esperienze più estreme, quelle del limite e del lontano, che hanno qualcosa da dire sul fare casa oggi: capanne, bivacchi, tende, rifugi, ripari di fortuna, un’architettura minima, essenziale, ma più densa degli edifici materiali e simbolici in cui abbiamo finito per nasconderci. Dalla preistoria nomade alla casa aumentata dei nuovi media, dallo shelter rudimentale all’architettura di emergenza, dal macroalveare alla nano house, dai fast-places all’abitare-per-sempre, questo libro è un’esplorazione a rovescio delle radici antropologiche dell’abitare. Per alleggerirsi, stare di meno, andare via.



«Il bivacco senza finestre, quello dei seracchi che rompono nel buio, è una macchina di esposizione, una mano che copre e una che inocula precarietà. Anche se è improbabile che venga spazzato via da una slavina, durante la notte insonne, con i tiranti che vibrano per il vento forte, l’involucro aderisce al corpo come una protomembrana di acidi grassi, un diaframma che adempie alla funzione primaria di contenimento fisiologico, di separazione dal resto della biosfera, ma al tempo stesso dissolve minuto dopo minuto l’idea di una parete isolante, trasformando l’ospite in un nervo recettore al cuore della semiosfera. Le qualità sensoriali dello spazio, il clima variabile, il paesaggio sonoro, le masse montuose immaginate e percepite come prolungamenti del corpo: esseri incombenti da custodire, animali selvatici da sorvegliare, da pensare oltre le pieghe del sonno».

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